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Il mio nome è Pitchford, Liam Pitchford

Agente 007 - Licenza di lungolinea.
Potrebbe essere questo il titolo della carriera ad oggi di Liam Pitchford, 26enne britannico o per essere più precisi inglese di Chesterfield. Ed il motivo non sarebbe nemmeno tanto per la nazionalità, condivisa proprio con l'agente James Bond, quanto più per ciò che si nasconde dietro questo ragazzo tutto God Save The Queen: una curiosità, un aneddoto quantomeno singolare che lo lega in qualche modo ai campionissimi asiatici. Non troppi pongisti al mondo possono dire infatti di essere entrati tra i discorsi e i pensieri "segreti" di Liu Guoliang, head coach della nazionale cinese, intrufolandosi quasi come una vera e propria spia, in silenzio, al cospetto di sua maestà la Regina. Che poi a dirla tutta il buon Liam non abbia fatto nulla di male per diventare oggetto, suo malgrado, dei discorsi tecnici durante le sessioni di allenamento di Ma Long e compagni è praticamente un dato di fatto. Ma allora cosa spinge uno degli allenatori più tosti e influenti della storia del nostro sport a prendere in considerazione un giovanotto inglese che ad oggi è stato al massimo nr. 12 al mondo?
Beh, con quel fisico che vagamente ricorda Peter Crouch, ex calciatore di Liverpool, Tottenham e Stoke City, tra quel metro e 82 di altezza ed un peso piuma al di sotto dei 60 kg, Pitchford è riemerso più di recente nella scena del tennistavolo internazionale per aver sbaragliato quasi tutta la concorrenza durante l'ultimo open in Qatar, superando l'attuale numero 1 al mondo, Xu Xin, e perdendo in finale per 4 a 2 contro Fan Zendhong. Basta solo questo? Assolutamente no.
Ci possiamo aggiungere un elenco di medaglie e ottimi piazzamenti che hanno sicuramente riacceso - o probabilmente acceso, visto che per cercare un buon pongista inglese bisognerebbe andare indietro forse di 40 o 50 anni - i riflettori sul tennistavolo oltremanica: un bronzo a squadre ai World Team Championship nel 2016, un terzo posto nell'ITTF Team World Cup del 2018, l'oro ai giochi del Commonwealth dello stesso anno in doppio con Paul Drinkhall. Eppure non basterebbe nemmeno questo.
La chiave, il vero motivo per cui Pitchford è così studiato, così preso in considerazione e quasi apprezzato negli ambienti del tennis tavolo in Cina è da ricercare in una sua peculiare capacità fisico-tecnica: sta tutto nel movimento del polso, soprattutto con quel rovescio ma anche con quel topspin di dritto, lungolinea per l'appunto. Questo ragazzo sfrutta infatti una meravigliosa flessibilità di questa articolazione per mettere a segno dei colpi a dir poco fulminei, mantenendo un grandissimo controllo sulla palla e imprimendo alla stessa delle rotazioni pazzesche. Sembra quasi poter snodare completamente il polso di 180 gradi il che, associato ad una rapidità di esecuzione davvero notevole, gli permette di sfoderare delle schegge di rovescio - e non solo in flip - a cui soltanto Xu Xin, in parte, e lo stesso Fan Zendhong hanno saputo opporsi di recente.


Di dritto poi non ne parliamo: anche se molto più raramente, il polso diventa parte integrante del colpo permettendo a Liam di spiazzare improvvisamente l'avversario, limitando le finte col corpo sfruttando a pieno tutta l'appena citata mobilità articolare. I colpi in lungolinea, quindi, si palesano qua e là durante i set e diventano anzi armi letali, soprattutto perché portati in gioco con altissima velocità di esecuzione.


L'unica cosa che non sappiamo è quanto c'entri madre natura in tutto ciò e quanto invece sia frutto dell'allenamento di tutti i giorni, perché tentare di riprodurre i colpi di Pitchford così come portati da lui in campo è piuttosto arduo sia dal punto di vista articolare che per quanto riguarda l'esecuzione in sé. Fatto sta che in Cina si sono subito accorti del ragazzo e magari stanno già studiando perché un'escursione maggiore del polso in determinati frangenti funziona e come può essere sfruttata al meglio per i giocatori del futuro. Gli elogi da parte di Liu Guoliang sono infatti già arrivati, dato che Pitchford di sicuro ha spianato la strada da questo punto di vista.
Dopo aver attirato gli occhi su di sé, il buon Liam ha già annunciato che l'open di Qatar dei giorni scorsi rappresenterà soltanto l'inizio della sua carriera, poiché l'obiettivo è ora quello di stabilizzarsi a questi livelli: noi non possiamo fare altro che augurarcelo, visto che si aggiungerebbe un nuovo pongista europeo all'arco degli atleti di respiro internazionale. Di sicuro, però, per continuare a vincere contro cinesi e non ci vorrà un cambio di scena: saremo pronti a gustarci la caduta dei cieli con 007 - Skyfall?

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