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5 momenti davvero epici nella carriera di Michael Maze

Il rock dei Guns N' Roses sulle vene, la sana sregolatezza di chi al tennistavolo dà del tu ma soprattutto la capacità innata di non mollare mai: Michael Maze è senza ombra di dubbio uno dei talenti più cristallini del tennistavolo europeo di tutti i tempi oltre che un hipster del nostro sport. E lo è stato mantenendo sempre quella firma d'autore, quel suo stile inconfondibile, fuori dal comune: mancino, con servizi pesantissimi, botte di rovescio come se piovesse, a tratti "storto", con una spettacolare predilezione per i colpi in side e soprattutto tante, tantissime palle alte. Colpi pazzeschi in una carriera pazzesca con due brutti infortuni a minarne il cammino: il primo al ginocchio agli albori del 2010; il secondo all'anca, trascinato con dolore fino alle Olimpiadi di Londra, sottoposto a due interventi e a mesi passati sulla sedia a rotelle prima di riconquistare i passi di una persona normale. La depressione, il dramma, l'annuncio del ritiro nel 2016. Il ritorno alle gare nel 2018 e una voglia matta di dare ancora battaglia, di non darla vinta a nessuno. Genio e sregolatezza, epicità e sofferenza, carattere e follia: Maze è stato tutto questo, raggiungendo picchi ineguagliabili ma sapendo vivere fino in fondo anche il dolore umano. Un giocatore di quelli che si divertivano e divertivano, perché non ti lasciavano mai impassibile di fronte allo schermo. E per dare prova tangibile di ciò che stiamo dicendo abbiamo raccolto 5 episodi epici, 5 momenti a-MAZE-ing, da manuale del tennis tavolo, non per cuori deboli.

1 - WTTC 2005, Shangai. Wang Hao preso a palle alte

Di Wang Hao conosciamo vita, morte e miracoli ma che abbia perso una partita ad un mondiale sbagliando ogni singolo punto giocato a schiacciate probabilmente non lo ricorda nessuno. E contro, guarda caso, c'era un certo Michael Maze. L'apoteosi. Anche un po' la faccia tosta di chi pensa "io un punto debole nel mio avversario l'ho trovato e per quanto possa sembrare subdolo, se possibile, mi ci gioco una fetta della mia partita". Maze ne alza una, due, cinque, dieci... alla fine arriva sempre l'errore avversario. Liu Guoliang in panchina ha esattamente quell'espressione di disperazione mista a incredulità verso il suo diletto. Ma dopo quattro set thriller Maze ce la fa e sarà un ottimo biglietto da visita.

2 - WTTC 2005, Shangai. La rimonta impossibile contro Hao Shuai

Se ti presenti ai quarti di finale dei mondiali con l'etichetta di chi ha appena battuto un ancor giovane Wang Hao gli occhi di mezzo mondo non possono che essere su di te. Ma quando ti ritrovi di fronte un altro padrone di casa e sei sotto per 3 set a 0 e in svantaggio 10-7 al quarto di certo non puoi avere troppi pensieri positivi tra cui frugare nella testa. Ma che ci puoi fare, la vita va così. Un 10-8 giocato e sbagliato da Shuai, 10-9 a palle alte, 10-10 che matura con un rocambolesco recupero da terra, letteralmente col fondoschiena sul pavimento. Il resto è storia: 4-3 Maze al termine di una rimonta impossibile. In Cina, contro un cinese, da sfavorito, 3 set sotto e con 3 match point annullati. Basta questo. Gare così diventano difficili da dimenticare.

3 - Olimpiadi 2008, Pechino. Un punto per presentarsi alla storia

Momento epico ma non vincente. Molti di noi se dovessero scegliere il punto più bello di sempre con i cinque cerchi sullo sfondo probabilmente farebbero riferimento a quello scambio alla morte fatto di palle alte, recuperi e controtop tra Zoran Primorac e Maze alle Olimpiadi di Pechino. E non avrebbero nemmeno tutti i torti. 45 colpi in un match point spettacolare, di quelli che hanno fatto davvero il giro del mondo e che hanno conquistato col tempo l'etichetta di perfetto spot del nostro sport: insomma, un punto epico che alla fine ha fatto a suo modo storia.

4 - European Championships 2009, Stoccarda. Oro che luccica

Capita invece di ritrovarsi un giorno in semifinale all'europeo, avversario un certo Timo Boll, numero 1 del torneo, in Germania. 3 set avanti, 3 pari. Al settimo Boll molla quel tanto che basta. E allora in finale che fai? In quella gara che hai solo potuto sognare da bambino, dove ogni recupero, ogni palla impazzita, ogni controtop conta... che fai? Aspetti o attacchi? Ti fai tremare le gambe o spacchi tutto e fai cadere il palazzetto? Anche Werner Schlager, all'anagrafe campione del mondo solo 6 anni prima, alla fine è costretto ad arrendersi. Vola la racchetta verso l'allenatore in panchina, spazio a pure lacrime di gioia. L'apice è raggiunto, la vetta d'Europa è conquistata.

5 - DHS Europe Cup 2014, Losanna. L'ultimo saluto prima del ritiro

Un Maze diverso, profondamente cambiato, molto più maturo e non solo per via di quei capelli più lunghi raccolti nella fascetta di spugna. Il peggio con gli infortuni sembra passato, finalmente un torneo con luci forti per tornare a far vedere quello spettacolo tanto abbagliante. La semifinale contro Ovtcharov, una goduria per gli occhi: il dritto gira a mille, le gambe vanno senza evidenti problemi e il rovescio sembra quello dei tempi migliori. E poi pazienza se la finale andrà a Marcos Freitas, la Europe Cup di Losanna registrerà solo e soltanto l'ennesimo rientro ai vertici di Maze. Almeno fino alla pausa successiva.


Maze, come detto, ha ripreso a giocare nel 2018 dopo l'ultimo stop da tutte le competizioni durato oltre due anni. A 39 anni suonati non ha ancora mollato e siamo sicuri non mollerà ancora. Perché chi gioca a tennistavolo non si stacca mai da questo tipo di competizione, ma soprattutto perché ci sono ancora troppi momenti di epicità da dover raggiungere, rovescio dopo rovescio, palla alta dopo palla alta.

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