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Chi era Dragutin Šurbek, la tigre di Zagabria

Campione di un'epoca, una nazione, un tennistavolo che non c'è più: Dragutin Šurbek è stato tutto questo. Scomparso all'età di 71 anni perdendo la sua ultima battaglia, quella contro il cancro, faceva parte di quella stretta schiera di atleti che non mollavano un centimetro sul tavolo.
Puro stile croato: agonisticamente cattivissimo, fuori dal campo una persona d'oro. Tutti lo ricordano per la sua voglia di lottare, curando il fisico e l'allenamento ai massimi livelli, sempre con il sorriso e lo spirito giusto. Il suo stile di gioco, il suo dritto, il suo modo di interpretare il tennistavolo lo hanno reso non solo un'icona nazionale ma un eroe ovunque abbia giocato. Per questo si guadagnò il soprannome - da parte proprio dei cinesi - di "tigre di Zagabria".
Nato l'8 agosto 1946, Surbek ha vissuto un'infanzia travagliata, con il padre ucciso in un incidente stradale quando aveva sette anni. Ha cominciato a distinguersi come pongista di primo livello nel 1960, quando vinse una manifestazione giovanile in Jugoslavia nella quale fu premiato con una coppa piena di palline: un premio custodito gelosamente e rimasto in un posto d'onore tra i numerosi trofei vinti per il resto della sua vita.
Ai Campionati dei Balcani del 1964 cominciò ad attirare su di sé l'attenzione con il suo stile di gioco decisamente atletico ma fu quattro anni dopo, all'età di 22 anni, che fece il grande balzo in avanti. Da vero outsider vinse infatti i Campionati Europei di Lione battendo in finale il forte difensore ungherese Janos Börzei, in un match tanto impegnativo che lo stesso Börzei dovette essere portato fuori dalla sala completamente esausto.
Fu la vittoria della svolta.
In tutto nella sua carriera ha collezionato 22 medaglie ai Campionati Europei (cinque d'oro, cinque d'argento, 12 di bronzo) e 14 ai Campionati del Mondo (due d'oro, due d'argento e 10 di bronzo). 112 titoli in tornei open internazionali (42 singoli maschile, 32 maschile doppio, 4 misto doppio, 34 maschile) completano un palmarès di un campione assoluto. Allo stesso modo, Surbek ha trascinato il Vjesnik Club di Zagabria, società con la quale ha conquistato la Coppa dei Campioni d'Europa (la vecchia Champions League) nel 1973, 1974 e 1976.



Momenti indimenticabili come la vetta mondiale conquistata in doppio nel 1979 a Pyongyang con Anton Stipancic e nel 1983 a Tokyo con Zoran Kalinic.
Premiato ai Campionati del Mondo del 1995 con il trofeo per il fair play intitolato a Richard Bergmann, è stato fonte di ispirazione e di esempio per molti pongisti delle generazioni successive: dedizione, forza, costanza negli allenamenti massacranti.
Sposato con Jelena, lascia due figli: Zeljko, che gioca attualmente a tennis, e Dragutin, che ha invece seguito le orme del padre. E che, con un punto di riferimento come il padre, non potrà che avere davanti a sé una carriera importante e gloriosa.


Che la terra ti sia lieve, "Drago".
FONTE: www.ittf.com

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