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Hou Yingchao: quando l'età non è neppure un numero

Photo by T.LEAGUE - Japan © Tutti i diritti riservati
La ripresa è vicina.
Nell'enormità dei viaggi puramente mentali a cui il Coronavirus mi ha costretto, un po' per noia e un po' per insonnia, in una notte come le altre, incolore come le altre, di un giorno qualsiasi esattamente come tutti gli altri, mi sono trovato dal nulla sul letto a contare quante volte nel mio percorso pongistico mi sia stato detto che fossi troppo vecchio. Un po' come quando non riesci a prendere sonno e cominci a farti tutto il pippone su come sia andata la tua vita dalle elementari ad oggi, per intenderci. E il problema non sta neanche nel fatto che l'oggetto dei miei pensieri non fosse qualcosa di molto più avvenente o interessante (donne, alcool o divertimenti vari su tutti). È che ho cominciato a contarne davvero troppe di volte in cui qualcuno di varia importanza mi abbia dato del vecchio. A gratis. Anche con un certo quanto basta di disprezzo.
Una volta ad esempio, abbastanza di recente ma pur sempre immobile nel mio cassetto dell'inconscio delle pippe mentali, la parola "vecchio" è stata usata su di me per giustificare i perché e i per come non potessi essere sottoposto alle stesse metodologie di allenamento di quello che evidentemente, per un vile gioco di contrasti, doveva essere il progetto "giovani". Avevo all'incirca diciannove anni. Un'altra volta, ben più pesante da recepire, sono stato tacciato di essere troppo scoordinato e vecchio per iniziare a praticare questo sport. Di anni ne avevo quattordici, o forse tredici e mezzo. E che fossi alla mia seconda settimana di apprendimento del tennistavolo mi pare solamente un dettaglio.
Da lì ho cominciato a pensare: ma possibile che nel tennistavolo, uno sport praticato a tutte le età, che quando vai a Terni trovi puntualmente l'ottantenne della vecchia guardia che si difende con le unghie e con i denti contro il nuovo pupillo di chissà quale realtà, nonostante le sue sei cavigliere e otto ginocchiere abbinate, beh possibile che in questo sport essere "vecchi"... sia un fattore così tanto discriminante?

Hou Yingchao è nato a Pechino, capitale e metropoli della Cina, il 15 giugno 1980, di domenica, nell'anno della scimmia. E se c'è una cosa che mi piace tanto di lui è il fatto che non c'entri assolutamente nulla con ciò che vi ho raccontato finora. O meglio, una piccola cosa c'è, un anello di congiunzione, un dettaglio, un sottile fil rouge: Hou non ha mai avuto paura di essere troppo vecchio. Perché se qualcuno non lo conoscesse, non l'avesse mai sentito nominare o non ricordasse nemmeno vagamente il suo nome, Hou Yingchao è colui il quale ha vinto i campionati nazionali cinesi a 20 anni la prima volta e a 39 la seconda. Da paura. E da protagonista, non per caso.
Destro, difensore sì ma col puntino corto, di quelli che già i difensori ormai li puoi contare sulle dita di una mano, col puntino corto diventa di una rarità tale che anche senza tre dita ci stiamo dentro perfettamente. Una TSP Spectol rossa da 1.5 o 1.7 al massimo su un DHS Hurricane Classic e una Dianchi D nera sul dritto (una cinesona piuttosto simile ad una Hurricane 3 Neo, per i puristi del settore) a completare l'arsenale. E Ding Song, altro forte difensore cinese storico, anche lui campione nazionale ma qualche anno prima, nel 1995, come vate e fonte di ispirazione. Segni particolari? Un mosaico esagerato di variazioni col rovescio, dove ogni tassello sa stare perfettamente al suo posto tra tagli al tavolo, tagli da lontano, aperture, spinte e talvolta anche block di sorpresa. Ma il bello è il movimento con cui Hou taglia da lontano: alcune volte "morbido", altre volte colpendo la pallina piuttosto di lato, altre volte ancora più secco e assestato, quasi come un puntino lungo. Il tutto sommato ad un dritto a dir la verità un po' meccanico, un tantino alla Schlager giusto per dare l'idea, ma con la capacità perfetta di spezzare in due i punti. Con un prima e un dopo. SBAAM. Alla velocità della luce. E piccolo dettaglio insignificante: due gambe con una mobilità incredibile, pazzesca, senza età, per rispondere a 185 cm di altezza di un fisico né troppo longilineo né troppo "piazzato".
Nel 2000, a 20 anni tondi tondi, il primo titolo nazionale, come detto, a 5 anni di distanza dall'ultimo difensore con un oro al collo. Avversario di finale Guo Jinhao di Shanghai, liquidato con un netto 3-0. Nell'edizione del millennio, però, i campionati nazionali cinesi erano stati riservati solo agli Under20. Per manie di divertimento, o forse molto più per dar spazio ai giovani più promettenti di quegli anni. Che poi i cinesi ci tengono molto alla numerologia, si sa, campionati 20-00, Under20... Poco male, soprattutto se alla fine consideriamo che l'anno prima e quello dopo a vincere il titolo cinese ci sarà un certo Ma Lin, non proprio l'ultimo degli arrivati.
Nel 2019, quando l'anagrafe aggiornava il computo degli anni di Hou Yingchao a 39, sul cammino verso il titolo nazionale cinese c'erano Liang Jingkun - sì, quello che oggi è n.8 del mondo nonché campione cinese uscente - e in finale un certo Wang Chuqin, che di anni ne ha 19 ed è visto da tutti come il futuro non troppo lontano della nazionale cinese maschile. Indovinate chi vince. Nonostante il ritiro dalla nazionale cinese dopo 15 anni di interrotta militanza, facendosi da parte, per far spazio magari proprio ai giovani. Nonostante pochissimi tornei ITTF all'attivo. Nonostante un continuo vagare per i campionati di Russia, Francia, Polonia, Austria e una Champions League all'attivo. Nonostante due bellissimi bambini da cui tornare ogni qualvolta se ne presenti l'occasione.
Perché nella trappola, nella rete tecnica di Hou Yingchao sono caduti relativamente di recente Ovtcharov, Maze, Primorac, Gao Ning e anche un giovanissimo Ma Long nel 2006. Parliamo di uno di quei difensori arcigni, di quelli che non ti aspetti, con la faccia di chi non mollerà di mezzo decimo di millimetro, che sa coglierti impreparato e di sorpresa se non lo affronti al 110%. E che sia ormai agli arbori dei 40 non conta assolutamente nulla. L'età è soltanto un numero? Per Hou Yingchao non conta, vale zero. Per davvero. Quanti atleti cinesi del nostro sport possono dire di aver avuto una carriera così tanto longeva?

E qui torniamo ai miei pensieri di cui prima. Sono davvero così vecchio per il tennistavolo o dovrei piuttosto infischiarmene di tutto e tutti e fare come fa Hou Yingchao, giocando per il piacere di farlo e basta? Qualche dubbio mi assale. Magari arrivare al giro di boa dei 40 con quel fisico e a quei livelli! Ma forse avevano ragione Ficarra e Picone nel film che ho rivisto stasera: "vecchie sono le cose... le persone sono anziane!". Chiudo gli occhi che è meglio, va. È stata una lunga nottata. Tutta colpa del Coronavirus.

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