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Mattias Falck, il gigante col puntino allievo di Persson

2003: Odissea nello spazio.
No, non abbiamo riscritto per sbaglio il titolo del celebre film di Stanley Kubrick. Il 2003 ha segnato per davvero, per certi versi, la storia del tennistavolo moderno. E' stato infatti l'anno dell'ultima finale mondiale giocata da un europeo prima di oggi, con la rivelazione austriaca Werner Schlager opposta al difensore coreano Joo Se-Hyuk. E dobbiamo riavvolgere il nastro addirittura di altri 6 anni fino al 1997 per trovare uno svedese, un certo Jan-Ove Waldner - maestro, professore, leggenda di un ping pong che ormai non c'è più - nuovamente in finale ai mondiali.
Sono passati 22 lunghissimi anni ma alla fine un altro svedese, ben meno noto ai più, è tornato a calcare il palcoscenico dell'atto conclusivo della massima competizione globale. Si tratta di Mattias Falck, nato Mattias Karlsson prima di cambiare cognome dopo il matrimonio con la bellissima moglie, 27 anni e un modo di giocare molto molto particolare: è infatti uno dei pochi giocatori al mondo di alto livello che si presenta al tavolo con un dritto con un puntino corto velenosissimo.
Un metro e 92 per 90 chili di stazza, questo Thor del ping pong abbina una variazione quasi innaturale con la gomma del dritto, fatta di aperture, schiacciate a razzo e risposte corte in anticipo, a un rovescio tutto spin e controllo, determinando di fatto un mix di colpi e movimenti davvero fuori dal comune.
Attualmente numero 16 del mondo, ha iniziato a giocare all'età di 7 anni. Ma è superati i 14 che arriva la svolta: il suo coach dell'epoca, Ulf (Tickan) Carlsson, decide che è arrivato il momento di tentare una strada diversa, perché il giovane Mattias dà troppa poca rotazione e troppa poca potenza a quel topspin di dritto e ciò sta iniziando a diventare un limite importante per crescere ancora. Dopo 7 anni passati con due lisce, il puntino corto diventa la base su cui lavorare duramente per costruire un tipo di gioco completamente nuovo. Intuizione, genio, sregolatezza... fatto sta che Mattias comincia a farsi notare a livello giovanile fino a calcare i migliori palcoscenici europei, distinguendosi soprattutto nelle gare di doppio. Sarà proprio in coppia con Matilda Ekholm e Kristian Karlsson che arriveranno poi due medaglie pesanti ai Campionati Europei del 2016. Ma non è finita qui, perché nel 2018 sarà decisivo per il ritorno alle glorie della formazione svedese ai Campionati del Mondo a squadre disputati proprio in casa, con tanto di inaspettata e meritata medaglia di bronzo. Con in panchina sua maestà Jörgen Persson, uno che effettivamente qualcosina la può insegnare, Mattias Falck scandisce e prosegue il suo percorso di crescita, sempre col suo puntino sul dritto. Lavorando ancora più duramente dal punto di vista mentale, si presenta al top agli ultimi mondiali di Budapest, raggiungendo a gran sorpresa la finale contro Ma Long.


Si dirà che il tabellone era sbilanciato, con tutti i cinesi da una parte e il solo Xu Xin dall'altra, che le nuove Butterfly in ABS hanno determinato i risultati, che faceva caldo e che il buon Falck in realtà non è tutto questo fenomeno. E probabilmente molte di queste cose sono anche vere. Ma intanto questo ragazzo ci ha fatto divertire - e ci farà divertire ancora - con il suo modo strano di giocare, portando con sé un pezzo d'Europa, o meglio di non Cina, che mancava da troppo tempo. La rinascita del tennistavolo svedese, d'altronde, passa anche da lui.
E poi vuoi mettere vedere uno come Persson in panchina per noi romantici del ping pong? 😏😍

Per i più fanatici delle combinazioni di materiali, come sempre, vi sveliamo che Falck, sponsorizzato Yasaka dalla testa ai piedi, usa un Ma Lin Soft Carbon dritto con una Rakza X rossa e una Rakza PO, puntinata nera. Provate voi a giocare con un puntino corto sul dritto e fateci sapere come va, magari scrivendoci nei commenti!

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